Si è concluso con la partecipazione all’udienza papale, con l’arrivederci a Washington 2021, sede prescelta per il prossimo appuntamento e con il primo atto della fondazione della federazione europea il Convegno Internazionale di Ingegneria Clinica ICEHTMC, evento che ha richiamato nella capitale circa 1500 esperti di tecnologie per la sanità, ingegneria clinica e biomedica.
L’ultimo atto dell’evento è stato la partecipazione all’udienza papale del mercoledì mattina. Circa trenta delegati in rappresentanza del Congresso ICEHTMC e delle varie componenti internazionali presenti ai lavori, si sono infatti recati al termine dei lavori all’udienza di Papa Francesco in Piazza del Vaticano. “Gli ingegneri clinici sono essenziali soprattutto per il governo dei dispositivi medici. Ma queste figure professionali non sempre sono presenti nei centri di cura, mentre secondo noi sono necessarie per un corretto sviluppo delle tecnologie della salute, per la loro effettiva sicurezza e per la loro corretta manutenzione”, ha affermato Adriana Velazquez (responsabile Medical devices in seno all’Organizzazione Mondiale della Sanità) in uno dei suoi interventi durante i lavori. Un messaggio che è stato subito ripreso da Lorenzo Leogrande (Presidente AIIC) e da Tom Judd (chairman ICEHTMC-CED) che hanno sottolineato all’unisono che le “innovazioni e le trasformazioni vertiginose dei sistemi tecnologici a disposizione degli ospedali e dei servizi sanitari stanno finalmente convincendo i policy maker di non poter fare a meno della figura dell’ingegnere clinico, l’unico professionista in grado di affiancarsi ai clinici ed alle direzioni generali fornendo quel supporto tecnico essenziale per chi vuole offrire servizi avanzati, sicuri e di qualità ai cittadini”. Da notare che queste considerazioni “sono ormai facente parte della cultura globale della salute, e non solo della cultura organizzativa dei Paesi occidentali”, ha osservato Leogrande, “Proprio la partecipazione di esperti, delegati e colleghi da tutti i Paesi del mondo, dall’Africa all’Australia, dal SudAmerica alla Cina, ha mostrato come la nostra professione è intimamente e strutturalmente connessa con lo sviluppo della sanità a prescindere dai modelli e dalle organizzazioni di riferimento”.
Nell’ultima giornata dell’ICEHTMC è stato poi siglato tra le maggiori associazioni di ingegneria clinica europee un agreement che è il primo atto formale per la creazione della European Federation of Clinical Engineering. L’agreement è stato firmato dai rappresentanti delle associazioni del Regno Unito (IPEM), dell’Olanda (BMTZ), della Spagna (SEEIC), della Croazia (CROBEMPS), della Bosnia (DMBIUBIH), della Francia (AFIB), della Germania (FBMT), della Grecia (ELEVIT), dell’Irlanda (BEAI) ed ovviamente dell’Italia (AIIC). “La firma di questo accordo è una tappa importante per il network internazionale della nostra professione, un obiettivo su cui abbiamo lavorato da tempo”, commenta Stefano Bergamasco, vicepresidente AIIC e segretario della Clinical Engineering Division, “Nostra intenzione è quella di costruire una casa comune europea degli ingegneri clinici, affinche possano essere condivise con continuità esperienze e progetti che possano servire a tutti i colleghi ed ai servizi sanitari, anche in vista dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento per i Dispositivi Medici, che diventerà operativo a partire dal maggio 2020”.
In collaborazione con:
AIIC