Cari Colleghi,

il dibattito sul Servizio Sanitario Nazionale è molto acceso e aperto su tanti fronti diversi. Osservando con attenzione i contenuti della discussione sulle misure e sugli investimenti previsti nel PNRR, oltre che sui DM 77 e D70 è possibile cogliere al volo gli ambiti strategici odierni: cronicità, territorio e prossimità. Ambiti e valori apparentemente disgiunti che nel loro insieme focalizzano sfide molto differenziate ed essenziali da cui dipende il futuro della sanità nazionale.
Il tema della cronicità identifica il versante sociale ed epidemiologico, perché ci ricorda che il nostro Paese è in un percorso di progressivo invecchiamento, visto che la popolazione anziana si attesterà ad oltre il 33% del totale nel 2050. La domanda, quindi, è incentrata su come affronteremo le malattie croniche e come risponderemo a richieste sempre più massicce di assistenza a pazienti che presentano patologie e bisogni che vanno ben al di là dei casi di acuzie.

Il secondo tema è quello del territorio: ciò che la pandemia COVID.19 ci ha insegnato è che non ci può essere SSN senza una corretta comprensione dei bisogni del territorio e senza una valida strategia ed organizzazione dei servizi alla salute anche “fuori dagli ospedali”.

Il tema della prossimità, intesa come la nuova necessità di possedere un insieme di strategie e reti utili a sviluppare risposte di salute che siano – appunto – prossime ai cittadini, ai pazienti ed ai loro caregiver è evidentemente legato a come affrontiamo i primi due tanto da esserne quasi una conseguenza logica all’interno di un percorso unitario. In sintesi si tratta di un insieme di percorsi, attività e strategie che si mostri capace di governare e integrare risposte ospedaliere, case di comunità e domiciliarità degli interventi, sempre nel rispetto di un’organizzazione differenziata e regionalizzata.

Se tutto questo è “il centro del problema”, che ruolo hanno le tecnologie per la salute? Quale governance deve essere implementata affinché l’innovazione tecnologica sia disponibile per rispondere al meglio a quelle criticità? Quali strumenti per collegare efficacemente questi tre ambiti a vantaggio dei pazienti? Quale il ruolo dei professionisti che hanno come compito la gestione di quel complesso “ecosistema digitale” rappresentato dalle tecnologie e dalle reti diffuse su tutto il territorio nazionale (e ormai non solo racchiuse all’interno degli ospedali)?