Per dar seguito a questa visione strategica l’AIIC propone all’interno del Forum del Mediterraneo in Sanità il workshop “Il ruolo dell’Ingegneria clinica nella Sanità che cambia. Confronto con i Paesi del Mediterraneo” (13 settembre, ore 14,30-18,30; Fiera del Levante, Bari) simposio che coinvolge ingegneri clinici ed esperti di politiche sanitarie di tutta l’area Mediterranea, con il contributo di alcuni ospiti provenienti dagli USA.
Saranno presenti al tavolo dei relatori una importante serie di esperti: Josè Domingo Sanmartin (in rappresentanza della Societad Espanola de Electronico y Ingenieria Clinico SEEIC; Hospital Universitario Virgen del Rocio, Siviglia), Christophe Parret (Association Française des ingénieurs biomédicaux – AFIB), Mario Medvedec (Croatian Biomedical Engineering and Medical Physics Society, CROBEMPS), Almir Badnjevic (Bosnia and Herzegovina Medical and Biological Engineering Society, DMBIUBIH), Dusan Perovic (Clinical Centre of Montenegro), Ledina Picari (Albania – Ministero della Salute), Nicolas Pallikarakis (Hellenic Society of Biomedical Technology, ELEVIT).
L’Aiic sarà rappresentata a Bari da Lorenzo Leogrande(presidente Aiic), dal chairman Stefano Bergamasco (vice presidente Aiic e membro della Clinical Engineering Division dell’IFMBE) e da Paolo Lago (past-president Aiic).
Obiettivo del workshop: confrontare a livello internazionale lo stato di salute di una professione sempre più nevralgica nei fatti, ma non sempre correttamente valutata dalle istituzioni e dai “centri di governo” delle strategie sanitarie, siano esse messe in opera a Parigi o ad Atene. Sul tavolo della discussione ci saranno inoltre il Nuovo Regolamento Europeo per i Medical Devices (745/2017) e per i dispositivi in vitro – IVD (746/2017), il mondo della sanità digitale e delle app mediche, la formazione professionale in un settore in costante trasformazione ed il dialogo con i paesi mediterranei non-europei.
“La messa in comune dei valori e delle problematiche – sottolinea Lorenzo Leogrande introducendo i lavori del simposio – è il primo obiettivo dell’evento e parte dalla considerazione che in tutti i Paesi la professione dell’ingegnere clinico è profilo che garantisce i cittadini sulla sicurezza delle apparecchiature biomediche, ma che al tempo stesso indirizza i sistemi sanitari verso le scelte ed acquisizioni di nuove tecnologie. Sappiamo d’altra parte che il riconoscimento professionale avviene nei vari Paesi ancora a macchia di leopardo: non sempre i colleghi hanno la possibilità di operare in situazioni ben strutturate e gerarchicamente equilibrate. Per questo lanceremo da Bari un messaggio per esprimere la necessità di unificare competenze e responsabilità, ma anche chiedendo garanzie e certezze sul posizionamento organizzativo dei rappresentanti della nostra professione”.
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