Si è tenuto ieri il convegno “La sanità che vorrei: la voce dei protagonisti, le criticità, le soluzioni”, ideato e promosso dalla testata Panorama della Sanità (14 dicembre, Auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute, Roma). Erano presenti i presidenti e rappresentanti delle maggiori società scientifiche italiane (da SIAARTI a SIFO, da SIRM ad ANAO), degli ordini professionali (FNOMCEO e FNOPI) e delle associazioni di produttori ed organizzazioni sanitarie (Farmindustria e Confindustria Dispositivi Medici, AIOP e FIASO), che hanno portato la loro voce facendosi interlocutori di un dialogo ad altissimo livello. E’ intervenuto anche il presidente AIIC, Umberto Nocco, che ha portato la visione degli “esperti e gestori di tecnologie sanitarie in un mondo di clinici e organizzazioni che non sempre sono avvezzi agli attuali vertiginosi mutamenti tecnologici”. Il presidente ha ripercorso alcune tappe dello sviluppo hi-tech della sanità, soffermandosi sul percorso svolto dagli Ingegneri Clinici (in Italia nati nel 1992) per giungere alle ultime tappe di un cammino associativo che recentemente ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una “cultura tecnologica diffusa” (come lanciato nel recente Convegno di Riccione), intesa come “insieme delle conoscenze che permettono un uso corretto delle tecnologie ed assicurano la sicurezza dei pazienti, conoscenze che devono appartenere in modotrasversale, multidisciplinare e differenziato a tutti gli attori del sistema salute”. In riferimento al titolo dell’evento, Nocco ha poi concluso il suo intervento precisando che a fronte dell’avanzare dell’Internet Of Medical Things e dell’ Intelligenza artificiale, di Big data e Telemedicina, di Interoperabilità e Cybersecurity, la “sanità che vorrei è un sistema che in modo ordinato – non emergenziale oppure occasionale, non per interesse momentaneo o moda, ma disegnato e ingegnerizzato – progetta e governa le fasi del suo sviluppo e l’introduzione della tecnologia facendo affidamento al contributo di tutte le professionalità che partecipano alla cura della salute”. Durante l’evento è anche intervenuto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha inviato un messaggio personale ringraziando i partecipanti per i contenuti emersi e facendo riferimento alle risorse da impiegare in sanità per lo sviluppo e il rinnovamento del SSN. “Occorrono – ha affermato – risorse adeguate a valorizzare il nostro personale sanitario e rendere le professioni sanitarie più attrattive. Un segnale è rappresentato dalla norma inserita nella manovra di bilancio volta a riconoscere un incremento dell’indennità con un impegno di spesa di 200 milioni di euro l’anno per chi opera nei pronto soccorso. Voglio inoltre ricordare che, la manovra destina alla sanità 2 miliardi e 150 milioni in più per il 2023, 2,3 miliardi in più per il 2024 e ben 2,6 miliardi in più per il 2025, rispetto a quanto previsto. Una chiara inversione di tendenza, seppur in tempi di necessaria revisione della spesa, se si considera che dal 2013 al 2019 il Fondo sanitario è sempre stato definanziato dai governi che si sono succeduti”.