Settimane di molteplici eventi per il mondo della sanità, e la partecipazione di AIIC e dei suoi rappresentanti è assicurata e rilevante. In primis il presidente Umberto Nocco ha partecipato a Exposanità (11-13 maggio, Bologna), all’interno di una sessione focalizzata sulla progettazione degli ospedali. “La presenza degli ingegneri clinici nelle fasi di progettazione di un nuovo edificio sanitario”, ha detto Nocco, “consente di valutare correttamente il fabbisogno e individuare anche le soluzioni in prospettiva che consentiranno una gestione dell’edificio in occasione delle sostituzioni delle tecnologie. Questo approccio multidimensionale e multidisciplinare determina il coinvolgimento operativo di tutte le professionalità, ciascuna delle quali potrà portare il proprio specifico contributo”. “Nello specifico – ha concluso Nocco – le modalità del Project Management possono essere applicate anche al mondo dell’Ingegneria Clinica. Il problema non è però disporre degli strumenti di PM da applicare in modo teorico, ma di poterli utilizzare in sinergia con il know how specifico dell’IC al caso particolare. Solo questo può portare valore. Di fatto, ancora una volta la cultura tecnologica trova giovamento da altri strumenti per essere efficace nell’atto pratico”.
Il 13 maggio a Milano, si è invece tenuto il seminario “Naeotom Alpha: dalla tecnologia TAC convenzionale al Photon Counting”, evento a cui erano presenti il presidente Nocco, Danilo Gennari (Direttivo AIIC) e Gianluca Giaconia (Direttivo AIIC). Quest’ultimo ha così commentato l’evento: “Abbiamo partecipato alla presentazione ufficiale di una TAC oggettivamente molto avanzata e direi quasi rivoluzionaria. Il suo vantaggio, rispetto alle ultime generazioni di TAC, è di offrire la possibilità di una lettura diretta dei fotoni: in pratica è in grado di ‘contare i fotoni’, assicurando una soluzione spaziale molto superiore agli standard esistenti. Questo significa che questa ultima generazione di TAC supera le precedenti perché distingue la natura stessa dei tessuti. In oncologia e in cardiologia può avere utilizzazioni e impatti davvero enormi”. E cosa c’entrano gli ingegneri clinici in questo ambito? Risponde, concludendo, Giaconia: “Questa è un’apparecchiatura dal costo impegnativo. Ciò significa che noi – insieme alle altre professioni coinvolte nell’HTA – nella fase di assessment iniziale dobbiamo capire se è appropriato o meno introdurre una tecnologia così rivoluzionaria, ma con un prezzo così alto. Dovremo impegnarci a capire se ci sono centri di riferimento che possono dotarsi di questo tipo di TAC, garantendo un ritorno in termini di vantaggi e prestazioni”.