NAPOLI, 18 GIUGNO – ““La sanità è locale, ma le tecnologie sono globali”: lo ha detto Yadin David, presidente della Global Clinical Engineering Alliance intervenendo nella sessione del 25° Convegno AIIC, Tecnologie biomediche e sostenibilità: uno sguardo europeo, andando a identificare con efficacia lo scenario su cui si muove oggi la comunità internazionale degli ingegneri clinici. Tecnologie identiche, ma molteplici sistemi di procurement e di implementazione, affinità tecniche e profonde differenze gestionali e di sistema: AIIC ha portato al tavolo una serie di esperienze internazionali per trovare quella comunanza di intenti che è piattaforma di base di un dialogo utile ed efficace. “La situazione delle tecnologie biomediche e della loro sostenibilità – dalla regolazione normativa alla gestione operativa, dalla sostenibilità ambientale all’accesso equo – nel contesto europeo appare oggi relativamente omogenea”, ha osservato Umberto Nocco, presidente AIIC, “questo non significa che tutto sia perfettamente normato o armonizzato, ma piuttosto che esiste un livello di maturità e stabilità nell’approccio all’uso delle tecnologie che permette una gestione uniforme tra i diversi Paesi membri. Un segnale evidente di questa maturità è la presenza, in gran parte degli Stati europei, di società scientifiche che rappresentano gli ingegneri clinici e i professionisti del settore. Inoltre, pur con le sue complessità – chiarisce Nocco – esiste un quadro normativo comune a livello dell’Unione Europea, che, sebbene concepito inizialmente per regolamentare la produzione delle tecnologie, può essere utilmente applicato anche da chi le adotta o ne supporta l’introduzione nei sistemi sanitari. Questo contribuisce a costruire un sistema più trasparente ed efficiente, orientato anche alla sostenibilità complessiva del settore salute. In questo sistema noi sentiamo la necessità di creare un network omogeneo di professionisti che condividono visioni e percorsi comuni”.
Nel dettaglio, in base a quanto emerso dai contributi europei durante l’evento AIIC, emerge che “il sistema francese di ingegneria clinica-AFIB è evoluto e paragonabile a quello italiano – illustra Stefano Bergamasco, referente AIIC per le relazioni internazionali – L’associazione AFIB è attiva su temi di sostenibilità, con iniziative su consumo energetico e uso di materie prime. Con AFIB è già in vigore un accordo bilaterale con AIIC che prevede partecipazione incrociata agli eventi, scambi formativi e collaborazioni scientifiche”. L’associazione di ingegneria clinica in Grecia, seppur di dimensioni più ridotte, si distingue invece per l’integrazione tra ingegneria clinica e mondo accademico. In particolare, sta creando un sistema nazionale di inventario e monitoraggio delle tecnologie biomediche, utile anche ai fini della vigilanza. Un modello virtuoso, in linea con gli obiettivi AIIC sulla condivisione e standardizzazione dei dati. Da ultimo la Spagna: “anche nel paese iberico la professione vive in un panorama simile al nostro” dice Bergamasco, “sebbene con una struttura associativa più contenuta”. Proprio con gli spagnoli è stato siglato a Napoli un accordo di collaborazione, che punta a raggiungere l’obiettivo comune di un riconoscimento formale della figura dell’ingegnere clinico, ancora non previsto in modo obbligatorio negli ospedali dei due Paesi.