E’ un periodo intensissimo per AIIC: siamo in pieno “avvicinamento” al Convegno di Napoli (con le sue sessioni, ma anche con l’AIIC AWARDS ed il Premio Innovazione), ma in questi giorni scadono anche i termini di iscrizione alla Summer School 2025 di AIIC che si terrà – come ormai tradizione – all’inizio di settembre in Calabria. Il corso di formazione residenziale è riservato a venti ingegneri clinici iscritti all’Associazione e prevede sei giornate intensive di lezioni e discussioni con relatori e speaker di alto profilo e competenze. Abbiamo chiesto a Giovanni Guizzetti (Direttore della Scuola e componente del Comitato scientifico dell’evento insieme a Gianluca Giaconia, Umberto Nocco, Greta Puleo, Melania Chiesa) di farci comprendere come si è evoluta negli anni questa proposta formativa e quali sono quest’anno le caratteristiche salienti dell’evento.
Ingegner Guizzetti, la Summer School di AIIC giunge all’edizione ’25: questo quarto appuntamento è conferma di un modello di successo?
Giovanni Guizzetti – E’ senz’altro un modello di successo, tanto che siamo stati contattati da altre società scientifiche che vorrebbero provare a replicare l’esperienza per i loro iscritti. Quando siamo partiti, nel 2022, c’era senz’altro la speranza che i risultati della prima edizione della Summer School suggerissero la possibilità di ripetere l’esperienza, ma non avremmo immaginato di poterla riproporre, ogni volta con grande seguito ed attenzione, su base annuale.
Cosa è cambiato dalla prima edizione?
Guizzetti – Ogni edizione ha visto alcuni aggiustamenti, sia rispetto alla durata della Scuola, a cui è stato aggiunto un giorno a partire dalla scorsa annata, sia, soprattutto, rispetto alle materie trattate: pur essendoci infatti un nucleo consistente di argomenti che vengono affrontati tutti gli anni, come la valutazione e la gestione delle tecnologie, o l’HTA, l’ICT e lo sviluppo professionale, alcune ore di formazione sono organizzate anche in funzione dei docenti previsti nell’edizione specifica. Il fatto di avere a disposizione tanti colleghi esperti, all’interno di AIIC, ci permette di effettuare una rotazione parziale dei docenti di anno in anno; ecco quindi che gli argomenti precisi possono variare, così come le esercitazioni. Infine, quest’anno il Comitato Scientifico ha deciso di portare l’età massima degli allievi a 40 anni, per favorire la partecipazione dei colleghi che hanno qualche anno di esperienza in più e, magari, un incarico dirigenziale.
E’ confermato il mix formativo: lezioni frontali ed esercitazioni pratiche in un clima di dialogo con i docenti? Quali sono dal vostro osservatorio i punti di forza di questo metodo didattico?
Guizzetti – E’ assolutamente confermato: nonostante questo format comporti un numero limitato di partecipanti, le interazioni non solo tra allievi e corpo docente, ma anche tra i diversi partecipanti sono facilitate. Con il risultato di ottenere una miglior qualità della didattica, nello sviluppo semplice ed immediato di una rete professionale utile anche per il futuro dei partecipanti.
Per concludere: potete condividere alcuni dei commenti o delle reazioni dei partecipanti alle precedenti edizioni? Cosa “si porta a casa” chi viene alla Summer School di AIIC?
Guizzetti – Ogni anno abbiamo previsto un questionario anonimo di customer satisfaction per gli allievi ed i giudizi che abbiamo raccolto dopo la passata edizione sono entusiastici. In realtà il commento che più spesso ci capita di ascoltare è “non avrei mai pensato che potesse essere un’esperienza così positiva”, il che, da un lato, ci rende soddisfatti di quanto abbiamo fatto, ma, dall’altro, ci dice che dobbiamo ancora fare molto in termini di comunicazione verso i nostri soci perché la Summer School sia non solo conosciuta, ma anche percepita correttamente.